Punto b) In attesa della quinta classe

 

E siamo alla fine di febbraio ’85 ancora con i "SOLI GESSETTI" con i ragazzi costretti alle quotidiane trasferte presso la Sede Mestrina.....

Stanchi della dipendenza ma contando anche sul logoramento - dovuto alle nostre continue crescenti insistenze - della Presidenza dello Zuccante, preghiamo (20/2) il Sindaco di San Donà, Pianon (allegandogli, come di consueto una nostra bozza) di chiedere al Consiglio d’Istituto dell’ITIS stesso di avviare senz’altro per noi - tanto per cambiare - la domanda per l’Autonomia amministrativa di questa Sezione. E il 25/2 siamo assecondati. Altrettanto chiediamo il 28/2 sia al Distretto Scolastico che al Comprensorio in modo di poter disporre al momento opportuno delle prescritte deliberazioni favorevoli. Sapevamo ormai bene che i tempi non erano ancora maturi per queste operazioni. Appunto la 5a Classe diventerà operativa solo dall’85/86. Ma a noi importava che Roma rimanesse bersagliata da San Donà..."

E’ evidente, ancora una volta, che tocca sempre a noi di "gestire direttamente" il tutto. L’impegno, ufficialmente assunto dal Comune e Comprensorio di farlo loro stessi si è, in realtà, dimostrato impraticabile. Come, del resto, è avvenuto per il ventilato fondo per le attrezzature scolastiche proposto a suo tempo dal Vice Sindaco.....

Sarebbe occorso mobilitare - per un tempo indefinito - un funzionario "animato di passione, pazienza e tenacia" che si fosse investito dell’incarico. Ma dove trovare fra i dipendenti un tale fervore? Per giunta, un lavoro "in più da svolgere gratis"? Del resto, con alle spalle il vertiginoso scambio di incarichi fra i politici di quel tempo, cosa potevamo mai aspettarci da un pubblico funzionario demotivato?

Lo dimostro più avanti.... e per un compito semplicissimo!

Dall’On.le De Michelis ci giunge la 25/2 con la quale la Sen. Falcucci gli ripete quanto già sappiamo. Anche dall’On.le Dal Castello (28/2) riceviamo, tramite il suo amico On.le Falcier, le consuete assicurazioni....

Il 28/2 noi stessi, ripercorrendo la nota trafila burocratica...., fatte le solite debite premesse (crescente numero di alunni in preiscrizione, edificio disponibile, a prescindere da eventuali temporanee ospitalità ad altre scuole, ecc.) e con riferimento alla richiesta già presentata dal nostro Sindaco a Mestre chiediamo che anche la Provincia si attivi per il conseguimento della nostra autonomia funzionale. Altrettanto facciamo il 6/5 nei confronti del Presidente del Consiglio d’Istituto dell’ITIS e della Provveditrice.

Intanto il 7/3 l’Ufficio del Distretto Scolastico mi conferma l’avvenuta spedizione di analoga richiesta alla Provincia.

Il 13/3/85 informiamo Il Gazzettino delle 186 nuove preiscrizioni con previsione di oltre 500 frequentanti, 17 classi e una sessantina di insegnanti e pertanto della nostra decisione di avviare la richiesta di autonomia, ben sapendo della tardività della medesima rispetto a quanto prescritto dalle famose ordinanze, ma in ciò incalzati dal vertiginoso ingrossarsi del nostro ITIS: quadruplicato in soli tre anni, dopo essere rimasto in letargo per nove, sulle 130 frequenze, ovvero fino all’81-82.

Come prepostoci sin dall’inizio, il Comitato Genitori persevera sempre sul suo metodo martellante di drammatizzare - a mezzo stampa - i fatti già di per sé allarmanti, o "sconcertanti" per chi vive la vita normale, e si attende che le Istituzioni rispondano puntualmente e adeguatamente alle esigenze di una popolazione ormai pienamente emancipata.

Ai politici dunque, cui si sono rivolte le trombe, dimostrare il loro "potere" e di darci una mano..... Ma, come si è già visto dalla lettura di questo lavoro, questi, ancora una volta, si dimostrano improduttivi o, meglio, "poco motivati" a fare. Sappiamo, bensì, che in altri campi però - dove essi possono gestire in commistione ai funzionari - essi possono, per esempio, facilmente inventarsi a far appaltare opere pubbliche per miliardi e magari anche facendo lievitare a piacere il loro costo. Ma in quello scolastico, dove tutto è centellinato, da Ministero a bidello non c’è spazio, mi pare, per deroghe o eccezioni. E’ semplicemente un’unica macchina: di rotellina in rotellina si arriva al macchinista. Non sono ammessi salti pena il blocco di tutto. Una macchina, fra l’altro, che fino a qualche anno fa forse mai era stata "sollecitata da simili urgenze....."

Il 13/3 anche il Comprensorio invia la sua richiesta per noi alla Provincia.

E nuovamente sul Gazzettino 3/4 con il consueto tenore, compare l’articolo che ci interessa.

Il 25/3 dal Sindaco ci viene data conferma della sua disponibilità per un viaggio a Roma con l’Assessore Provinciale che nel frattempo - tramite il suo Segretario dott. Galante - ci conferma l’avvenuta approvazione della delibera di richiesta dell’autonomia per il nostro ITIS.

Con la 26/3 informiamo la Provveditrice della nostra intenzione di recarci nuovamente a Roma e le chiediamo gli estremi di spedizione della nostra pratica da lei concordata con la Provincia: qualche giorno dopo ci pervengono (1/4). Il malloppo è stato inviato alla Direzione Istruzione Tecnica del Ministero P.I.

Il 3/4 informiamo l’On.le Falcier di tutti i passi fatti, naturalmente fuori tempo massimo, come precisato all’inizio di questa fase: era però evidente lo scopo di continuare a "battere il ferro finché è caldo" come dicevano i nostri nonni.

Lo stesso giorno ci rivolgiamo direttamente al dott. Caruso per pregarlo di proporre, lui stesso, la soluzione del caso alla Sen. Falcucci e, a tale scopo, ci rivolgiamo pure all’On.le Degan che sappiamo, come detto, "vicino" alla Senatrice stessa.

Il 4/4/85 proponiamo bozza di lettera per il Sindaco da inviare alla Sen. Falcucci e al dott. Caruso con le solite motivazioni, diventate litanie, con le quali chiediamo in deroga...il loro benestare a una autonomia in pratica anticipata.

Per il 13/4 convochiamo i Rappresentanti di Classe e nel confermare la composizione del Comitato Ristretto rinnovato il 23/2 scorso (Presidente E. Carnio, Segretario O. Ferron e componenti G. Grillo, R. Mengo, C. Schiavon essendo il Granzotto e Rado impegnati in C. I. a Mestre) parliamo delle solite difficoltà che compromettono il normale funzionamento del nuovo corso e della eventualità di un altro viaggio a Roma. Il 15/4 esponiamo in bacheca il relativo verbale.

Il 19/4 l’On.le Falcier ci conferma l’abituale interessamento (dubitiamo, purtroppo però, che possa superare il "muro" che lo separa dalla sua amica-nemica, ministra).

Il 20/4 il dott. Galante della Provincia mi avverte che mi preciserà in settimana riguardo il viaggio.

Anche il Comune il 26/4 invia una sua missiva al dott. Caruso e il 29/4 altra al Ministro stesso.

Il 29/5 dall’On.le Degan riceviamo dunque conferma di interessamento (in questo caso direi "fisiologico" alla corrente di appartenenza.....).

Infine, come per il passato, la verità vera l’apprendo dal buon funzionario dott. Spagnoletti delle Istituzioni Tecniche (del. 30/4), La "prassi" va rispettata:

E la conferma ufficiale la ricevo dal dott. Caruso - Direttore Generale del Ministero P.I. - con sua 23/5, che precisa l’esigenza tecnico-ministeriale che la richiesta stessa debba essere contestuale all’esistenza o attivazione della QUINTA CLASSE. In concreto, presentare domanda nell’anno scolastico 85/86 in cui verrà finalmente attivata la 5a a San Donà, nei termini previsti dall’emananda Ordinanza Ministeriale, per avere l’Autonomia dall’anno scol. 86/87.

Per il 1° giugno è convocato il Comitato Genitori. All’ordine del giorno anche le mie dimissioni per ragioni famigliari (mia del 27/5) e il programma di lavoro da svolgere: Pre-iscrizioni e numero classi in formazione, rapporto con i docenti, opportunità di convocare l’Assemblea Generale Genitori-Studenti.

Nell’occasione avevo assicurato i convenuti - e ciò, mi rendo conto, poteva apparire quasi commedia dato il suo ripetersi - che mi sentivo però sempre unito a loro nell’impegno di portare avanti il lavoro di completamento della Scuola e che pertanto, ogni volta che l’avessero chiesto, sarei stato ben lieto di fornire le informazioni o i pareri che la mia ormai lunga esperienza mi consentiva di offrire loro. Il fatto è che ormai mi sentivo - mio malgrado - nuovamente coinvolto direttamente con gli amici fedeli del Comitato svolgenti gli altri compiti nel quotidiano ordinario ripetersi di situazioni - alle volte incresciose di vita scolastica - per le quali non mi sentivo più di condividere responsabilità. Anzi mi procuravano - date le nostre limitatissime possibilità di intervento - un vago senso fastidioso di rigetto. Cosa infatti potevamo fare in questa ormai grossa Scuola con una Presidenza a 35 km. di distanza?

Ero, infatti, preso fra lo sfavorevole stato d’animo e il dovere (e perché no: il piacere) di continuare nell’opera intrapresa e che, a quel punto, sarebbe stato impossibile scaricare semplicemente su altri, ignari del tutto, della tessitura personale da me stesa con i vari interlocutori (che avrei dovuto informare singolarmente....).

D’altronde in quasi cinque anni, con l’avvicendarsi dei ragazzi, erano subentrati nuovi genitori. In genere giovani nei miei confronti e legati ai loro problemi giornalieri di lavoro a cui, prima di tutto, dovevano badare. Tanto mi sento di dire per semplice cronaca.....

Il 3/6/85 esprimo al nuovo Presidente del nostro Comitato, Sig. Enzo Carnio, il parere che se il Preside permettesse il trasferimento a San Donà della famosa "classe di formazione sandonatese" forse tutto poteva essere anticipato.

Lo stesso giorno invio al Direttore del Ministero P.I. dott. Caruso il nostro riconoscente ringraziamento per le sincere premure riservateci.

Dopo l’Assemblea dei Genitori del 15/6, il 21 successivo, il nostro Presidente invia una dettagliata richiesta al Preside dello "Zuccante" per ottenere suoi precisi impegni circa il trasferimento a San Donà di quell’Elaboratore e di quant’altro occorra per il regolare funzionamento tecnico-didattico di questo nostro travagliato ITIS. A conferma, anche dal Gazzettino del 26/6, possiamo leggere del "record" di bocciature appunto verificatesi quest’anno da noi.

Il nostro è un continuo tormento mentre - è la realtà - Roma, presa fra le ferree regole burocratiche, non cede neppure ai pur volonterosi leader politici locali. Ciò è dovuto, peraltro, come già avevo presunto, alla "sana" distinzione ancora vigente nell’Amministrazione Scolastica, ovviamente gelosa delle proprie prerogative. I politici sono esclusi dalla sua gestione diretta. Per avere consenso li porterebbe, magari, ad esigere - cercando voti - l’apertura di un liceo, poniamo a Fossalta di Piave.... Faccio per dire. Con questo senza nessuna volontà offensiva nei confronti di quest’ultimo simpaticissimo paesino.... che sarebbe bello, invece, poter raggiungere con un battello, costeggiando le varie località del basso corso del fiume.....

Sogni...... Non resta che da sottolineare che un altro ANNO di attesa, bene o male, è passato e quindi si tratta ormai di superare un altro cosiddetto tempo tecnico. Pazienza, passerà anche questo, siamo ormai perfettamente vaccinati e collaudati.....

 

Indice

Continua in Parte quarta. Terza domanda regolare per autonomia