VIRGILIO MARCON

Dall'incontro del 27.10.1982 promosso dal Rotary per commemorare la figura di Virgilio Marcon (dal verbale della riunione a cura del sig. Roberto Barbieri segretario del Confartigianato di San Donà di Piave tratto dal suo libro "1945-1985, immagini dell'artigianato...." pag. 44 - 45).

"... il relatore con annotazioni biografiche essenziali, riassume la vita del prof. Virgilio Marcon; ne tratteggia la personalità eclettica, la singolare tempra di uomo schietto e severo, maturata nel crogiuolo di una vita improntata ad un austero Kantiano senso del dovere che in lui si esprimeva nei rapporti di tutti i giorni, con la gente che lo frequentava, ma anche nell'espletamento di importanti funzioni: Podestà di Zenson, durante l'occupazione tedesca, membro della resistenza egli stesso, si prodiga per trovare rifugio presso le famiglie di contadini ai molti piloti di aerei americani ed inglesi abbattuti; dal '63 al '69 è presidente dell'Associazione Artigiana Sandonatese, nella quale spende il meglio delle sue energie per portarla a fiorente consolidamento.

Nato nel 1903 a Salgareda, di umilissime condizioni non può completare le elementari. Si fa autodidatta, divorando i libri che parroco e maestro del paese gli prestano. Sente il fascino del nonno paterno, capomastro a Zenson, costruttore di pozzi artesiani ed appassionato di astronomia. Fin da giovinetto manifesta spiccate attitudini per le scienze matematiche, ma anche per le arti figurative, come la pittura e la scultura. Il servizio militare lo rende ancor più sensibile del suo stato di persona che non ha potuto avere adeguata istruzione, nella quale vede la condizione per il proprio riscatto umano. Congedato, in soli tre anni consegue a Venezia la patente di insegnante artistico per le scuole del Regno.

All'allettamento dell'impiego pubblico scolastico, più forte in lui si manifestano il senso dell'indipendenza e della libera creatività (dipinge per chiese, esegue ritratti, ecc...) e l'urgenza di dover operare per tanti suoi conterranei non più in età scolare, sovente analfabeti, per i quali si fa fondatore di scuole privatistiche serali, a Ponte di Piave, San Donà di Piave, Roncade, Cison di Valmarino, che raggiunge in bicicletta anche di domenica; dove addestra ad arti e mestieri una generazioni di valenti maestranze che oggi onorano l'Uomo nelle più disparate attività produttive. Il tutto in forma volontaristica, fuori dalle istituzioni, apostolo di un rinnovato vincolo di solidarietà umana.

E' nel pieno fervore del quotidiano impegno la mai interrotta assiduità ai circoli astrofili; la passione a misurarsi con una disciplina, l'astronomia, tanto difficile quanto esclusiva, per addetti ai lavori, che non lo disarma, anzi gli prospetta un più alto appagante cimento; l'incontro infine con l'allora studente Giuliano Romano, di Treviso, ora astronomo di Asiago e docente universitario patavino, con il quale inizia un sodalizio fecondo che lo porterà a dedicarsi direttamente all'ottica per astronomia.

Così dal 1947 Virgilio Marcon inizia a costruire artigianalmente in San Donà di Piave un proprio telescopio; brevetta un suo metodo per dare curvatura perfetta agli specchi riflettori di crescente diametro - suo il primo specchio privato di 15 cm. - sulla quale le grandi case specialistiche inglesi, tedesche ed americane non ardiscono peritarsi, raggiungendo precisioni fino ad oltre 1/40 di micron. Le sue produzioni fanno ben presto novità. La fama del prof. Virgilio Marcon si allarga. Le commesse, che costituiscono altrettanti attestati di lode, gli provengono ormai dai più importanti centri scientifici astronomici nazionali e dall'estero. Il piccolo laboratorio di via Brusade si va allargando e diversificando, per corrispondere alla domanda della crescente schiera di astrofili che, proprio grazie agli strumenti ingegnosi ideati dal prof. Marcon e perfezionati dal figlio dott. Gianfranco, possono avvicinarsi al mondo affascinante della esplorazione stellare. Oggi le apparecchiature Marcon sono in servizio in contrade anche lontanissime, dall'India, alla Norvegia, al Polo Nord".

Muore in San Donà di Piave il 30 novembre 1976.

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